domenica, marzo 25, 2007

Il Business del B&B: settore in continua crescita

Riprendo un interessante articolo di Roberta Carlini sul business ed il boom dei bed and breakfast in Italia, apparso su L'Espresso questa settimana: http://viaggi.repubblica.it/dettaglio/Bed-and-Business/128342?ref=rephpsp1

C'è la signora anziana rimasta sola che deve arrotondare la pensione e il giovane con scarsi lavori ma con un bell'appartamento avuto dai genitori; la classica coppia con figli e cane, tante spese e una stanza in più e la facoltosa famiglia romana che apre gli stucchi di qualcuno dei suoi palazzi storici; chi lo fa solo per provare, per qualche mese, e chi, una stanza dietro l'altra, ha messo su una piccola industria; chi vuol conoscere il mondo ricevendolo in casa propria e chi invece affitta solo a persone del suo stesso paese. Sono tante le facce del boom del Bed and Breakfast all'italiana, saltato nel giro di pochi anni dal livello zero a quota ventottomila: tanti sono ufficialmente i posti letto disponibili in case B&B. Una realtà del tutto sconosciuta fino al '95 (anno della prima legge regionale, a opera della provincia autonoma di Bolzano), santificata dalla legge del Lazio pre-Giubileo e adesso dilagata, soprattutto a Roma e nelle città d'arte. Per un totale complessivo di 7.200 B&B ufficiali: stima sicuramente approssimata per difetto, nella frantumazione delle competenze regionali e provinciali e nel mare magnum del sommerso che anche in questo settore fa da padrone.Santo Giubileo "Qui è un via vai, ogni settimana arrivano almeno venti domande". Nell'Azienda provinciale del turismo a Roma c'è un sovraffaticamento da B&B, arrivati nella capitale a quota 1.431. Molti sono in centro, non pochi sono sparsi nell'hinterland o concentrati in zone sensibili per scopi extra-turistici: ad esempio, vicino agli ospedali, per parenti in visita. La procedura per aprire un Bed and Breakfast è assai semplice: a ogni domanda deve seguire un breve sopralluogo per verificare la presenza di alcuni minimi requisiti (la camera singola di almeno 8 mq, la doppia almeno 14, campanello d'allarme nei bagni che possono anche essere in comune), e poi il gioco è fatto. Il titolare di B&B non deve neanche aprire una partita Iva: basta che abiti lì (o almeno che dichiari di farlo), che metta stanze a disposizione (massimo tre, per sei posti letto) pulisca la casa e serva la colazione. Qualsiasi altra struttura per turisti, dall'affittacamere alla residenza all'hotel, deve faticare molto di più per avere le carte. "Tutte facilitazioni che abbiamo ottenuto dieci anni fa, in vista del Giubileo, quando ancora non c'era niente e si trattava di far partire il settore", racconta Vincenzo Ponterio, presidente della Federazione italiana B&B, associata a Confindustria. Allora si scelse la 'via irlandese' al B&B: inteso in una dimensione strettamente familiare - il titolare deve essere in loco - fonte di reddito ma non di business su scala industriale. In Irlanda funziona, e alla grande: il 20 per cento di tutto il turismo incoming va in B&B. Perché non farlo decollare anche in Italia, che sulle voci 'casa e famiglia' non ha niente da invidiare alla struttura sociale irlandese? Di qui le agevolazioni e le previsioni sparse di tutte le varie leggi regionali: ovunque si prevede che l'attività sia saltuaria, con un periodo di chiusura minimo di 2-3 mesi, e che sia un'integrazione di altro reddito, non una fonte di guadagno esclusiva. Ma vuoi per l'effetto-Giubileo e la generale ripresa del turismo nelle città, vuoi per la crisi e il bisogno di soldi degli italiani, vuoi per il boom immobiliare che ha trasformato ogni metro quadro coperto in una piccola miniera d'oro, quel B&B pionieristico, tutto casa e famiglia, pare adesso abbastanza lontano dalla realtà. E anche i prezzi sono a volte lontani da quanto ci si aspetta da un 'letto più colazione', e anche da quel livello medio registrato dalle indagini di FederB&B: che parlano di circa 35 euro per persona a notte.
Certo, Roma è Roma e in alcuni posti lo è di più che in altri. Così capita di imbattersi, leggendo le 'forchette' dei prezzi pubblicati nella guida dell'Apt, in una doppia a 240 euro a notte dalla parti di piazza San Pietro (Vatican Domus), o in 200 euro a notte in via Margutta. Oppure in prezzi indicati e poi lasciati alla libera contrattazione del momento: così all'EuroB&B in via dei Mille, dalle parti della Stazione, si può andare dai 30 ai 160 euro a notte (per grandi eventi il prezzo sale). Il record va al Relais Royal B&B, fino a 335 euro a notte e si capisce perché se si varca il cancello della grande tenuta di via delle Sette Chiese, a pochi passi dal caos cittadino ma nel verde della Roma delle catacombe e dei parchi. Si cammina sulla storia della cristianità, si dorme dove alloggiarono re (Savoia) e corte del papa (cardinal de Merode, ministro delle Armi in Vaticano), all'interno della tenuta c'è golf e piscina. Un B&B di superlusso, in un padiglione di una struttura più grande dove fino a pochi mesi fa c'era un hotel, il Relais Horti Flaviani. Al momento il complesso è in ristrutturazione, ma fino a poco fa hotel e B&B convivevano fianco a fianco. E la famiglia ospitante? Il titolare è Vincenzo Poli, reduce dal crack Aviatour, ma possidente di molte dimore storiche in giro per Roma e l'Italia: altro che la vedova che subaffitta la stanza, la famiglia quando non è a Roma alloggiAffari rosa A guardare i dati e a parlare con gli inviati sul campo, i funzionari che vanno in giro a dare idoneità ai B&B e che spesso diventano i confessori delle famiglie che, tra bisogni e paure, chiedono consigli, c'è davvero di tutto nella varia umanità che apre le sue case italiane all'ospite spesso straniero, sotto il comun denominatore dell'arrotondamento dello stipendio. Prevalgono le donne (al 70 per cento, secondo i dati della FederB&B), non sempre casalinghe: pare che la seconda attività di B&B sia molto gettonata tra le insegnanti. Oltre che, per ovvi motivi, dalle donne separate e divorziate. C'è poi l'emersione di un nuovo tipo di B&B, quello etnico: cinesi che ospitano solo cinesi, egiziani che accolgono egiziani, eccetera. Per limitare la clientela a settori scelti, basta non pubblicizzare il B&B: si può chiedere, per motivi di privacy, anche di essere esclusi dalla guida ufficiale, e per avere clienti usare il passaparola interno alle comunità. Un po' più aperto e moderno, il B&B&B, nuova sigla inventata a Milano: Bed and Breakfast and Business. Ossia, usare i B&B per i viaggi d'affari. Un centinaio di realtà di questo tipo sono nate nella zona della Fiera o in altre con questa ben collegate. In questo caso, si cerca di garantire un ambiente silenzioso, la presenza di fax, Internet, zona wi-fi, angolo di lavoro. "Molti commercianti, piccoli imprenditori, persone che viaggiano per lavoro hanno bisogno di alloggiare a prezzi accessibili", dice Ponterio. E spesso non è solo una questione di prezzo, ma magari anche di voglia "di stare in una casa vera, accogliente".Insomma, attorno al B&B "si è sviluppata una microeconomia", commenta Francesco Granese, responsabile di Federturismo, che nota come tutto ciò supplisca "a una carenza storica dell'Italia: quella di alberghi economici, tipo ostelli". Ed è proprio dagli albergatori classici che vengono le principali accuse e critiche al B&B. "Molti non rispettano le regole, vanno ben oltre i limiti imposti dalla legge, e hanno fatto esplodere i prezzi degli appartamenti in centro", dice Giuseppe Roscioli, erede di dinastia alberghiera e presidente di Federalberghi di Roma. Roscioli contesta le agevolazioni amministrative date dalla legge ai B&B e ricorre a un paragone automobilistico: "È come se lo Stato desse a qualcuno la possibilità di guidare senza patente, mentre tutti gli altri devono continuare ad averla". Critiche interessate, certo. Ma molti operatori dell'Apt confermano il meccanismo classico del finto B&B descritto da Roscioli: "Si comprano appartamenti, si dichiara un B&B e li si mette a reddito". Basta mettere lì il proprio domicilio - o quello della moglie, o del figlio, o del nonno - riempire la cucina di prodotti pronti per la colazione oppure fare una convenzione col bar più vicino, e il gioco è fatto. Un gioco non solo romano. Molto spesso i confini tra B&B e stanze (o casa) in affitto si scavalcano o si confondono: così, in Puglia, dove la legge è più recente ma il fenomeno si sta rapidamente espandendo, capita di veder pubblicizzati come Bed and Breakfast delle case-vacanze in trulli su scala tutt'altro che familiare (con 30-40 posti letto). O di alloggiare a Firenze, presso Ponte Vecchio, in B&B senza prima colazione, only B. La convenienza, oltre che nella facilità delle pratiche, è la solita poco confessabile: le tasse. Il gestore di B&B non deve far altro che mettere i proventi delle stanze nella sua dichiarazione dei redditi: dovrebbe emettere ogni volta una ricevuta non fiscale, ma essendo stranieri il 70 per cento dei clienti è molto difficile ipotizzare che a fine soggiorno questa venga pretesa. Senza contare la frantumazione nella varie dichiarazioni del gruppo familiare che si è attivato attorno al B&B. Insomma, il pagamento delle tasse finisce per essere del tutto volontario. È vero che in questo come in altri casi di carte ce ne sono in abbondanza: gli elenchi delle Questure, dove vanno denunciati gli arrivi; gli elenchi delle Apt, a cui andrebbero comunicati ogni mese gli ospiti dei B&B; le dichiarazioni dei redditi. Ma non risulta che qualcuno faccia controlli incrociati, né che dalle parti delle occhiute Entrate abbiano acceso qualche riflettore sulla microeconomia dei B&B.a a Palma di Mallorca.
Eppure, che intervenga o meno la Finanza, è chiaro che i B&B stanno attraversando una crisi di crescita. Lo stesso Ponterio, il cui circuito ne raccoglie 2100, il 30 per cento del mercato nazionale, chiede una sorta di ritorno alle origini. Alla filosofia dell'ospitalità utile e dilettevole. "Il B&B non deve diventare un posto letto tra i tanti in affitto in un appartamento", dice Ponterio. Secondo il quale, semmai, ci si devono inventare formule nuove: B&B legati a eventi particolari, dalle occasioni eno-gastronomiche (stanno per varare un circuito Oli della Sabina) alle mostre. Iniziative connesse e garantite da marchi come Slow food. O anche, singole invenzioni soggettive. Come quelle di un gestore romano del centro storico che ha offerto agli ospiti del B&B un mini-corso di cucina italiana (quattro ore concluse da un pranzo per tutti), ed è stato costretto poi a smettere per eccesso di richieste. Tutte iniziative gradite a un cliente medio che, secondo le indagini di FederB&B, è molto lontano dall'immagine classica del ragazzo con le tasche leggere e zaino pesante. Proveniente in sette casi su dieci dall'estero, prevalentemente da Francia, Germania e Inghilterra, e solitamente da grandi città, ha un'età compresa nella larga fascia dai 20 ai 50 anni, un'istruzione per lo più media e superiore, è un forte utilizzatore di Internet e ha uno stile di vita liberal-radical.Insomma un turista attento al portafoglio, che usualmente non va in agenzia né ama i grupponi, che vuole vivere le città "entrando nei palazzi, invece di guardarli solo da fuori", e che programma il suo viaggio in Rete tra voli low cost e alloggi mirati. E poi, quando arriva, si adatta.

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